Una lettera su monsignor Viganò

Lettera aperta al Direttore della Nuova Bussola Quotidiana Riccardo Cascioli

Egregio Direttore Cascioli,

abbiamo letto con grande delusione i due articoli della Nuova Bussola Quotidiana sull’associazione Exsurge Domine e su Familia Christi. Dobbiamo dire che questo attacco non ci stupisce, essendo ben note le Sue posizioni di moderato conservatorismo vaticansecondista e di aperta critica nei riguardi della Fraternità San Pio X.

Ma se è legittimo esprimere riserve e giudizi su cui è altrettanto legittimo dissentire, ci pare del tutto inappropriato diffondere notizie che già Le erano state smentite da don Riccardo, con il quale sappiamo essere intercorso uno scambio epistolare.

Comprendiamo che la prospettiva di uno “scoop” su Mons. Viganò e sull’associazione di cui è patrono sia particolarmente allettante per un periodico di nicchia; ma tra i doveri di un giornalista, e di un giornalista cattolico in particolar modo, c’è senza dubbio il rispetto della verità: il santo Vero mai non tradir, direbbe Manzoni. Per Lei che segue il calendario riformato oggi è la festa di San Francesco di Sales, Patrono dei giornalisti. È spiacevole vedere come una testata che si definisce cattolica si presti a screditare uno dei pochi Vescovi che ha denunciato le deviazioni conciliari e del papato bergogliano.

Lei non afferma: insinua. Non diffama: riporta diffamazioni altrui. Non contesta con prove le informazioni che don Petroni Le ha fornito: le omette. E mentre riporta meticolosamente le accuse rivolte dalle monache di Pienza a Exsurge Domine e a Mons. Viganò, tace sulle risposte che Le sono state date dalla controparte, ad iniziare dalla data della “rottura” dei rapporti delle benedettine con l’associazione a cui esse si erano rivolte con tanta insistenza.

Lascia stupiti – non troviamo altra espressione – vedere con quale soddisfazione Lei si sia spinto a dire che la campagna di raccolta fondi per il villaggio monastico sia stata resa possibile usando le monache come “specchietto per le allodole”, quando sa bene, perché già glielo si è fatto notare, che fu proprio Mons. Viganò a consigliare la Badessa di costituire un’associazione indipendente facente capo alla comunità di Pienza e aprire un conto sul quale poter ricevere fondi e offerte, separati dalle donazioni destinate al villaggio monastico. E sconcerta ancora di più leggere “Storie di fondi sospetti e preti dubbi”, quando Lei sa bene che la legge vigente impone vincoli e controlli molto stretti all’amministrazione di un’associazione senza scopo di lucro, e che di sospetto nella gestione delle donazioni non c’è proprio nulla, se non la comprensibile delusione delle monache di non esser riuscite a farsi finanziare un nuovo monastero senza prima aver dimostrato un vero avvicinamento alla Tradizione o almeno alla disciplina benedettina.

Noi conosciamo da vicino la realtà di Exsurge Domine e di Familia Christi, e siamo quindi in grado di comprendere quanto certe mezze accuse possano risultare più dannose di vere e proprie accuse. Ma chi ignora questa realtà e si trova sotto gli occhi i Suoi due articoli finisce per farsi un’idea del tutto distorta dei fatti, e Lei sa bene quanto sia facile seminare il dubbio per distogliere i benefattori dal prestare il loro sostegno all’associazione e soprattutto per incrinare il rapporto di fiducia con i fedeli. Che queste insinuazioni siano false, poco importa: l’importante è il risultato finale, ossia nuocere (per invidia, per rancore o per ordini superiori non è dato saperlo) all’opera di Mons. Viganò.

Si fa presto a danneggiare la reputazione di una persona o di una comunità, soprattutto quando la diffamazione si basa sul sentito dire, su accuse generiche di cui nessuno osa assumersi la paternità e la responsabilità in un tribunale. Ma quella disinvoltura con cui Lei alimenta le polemiche contro Familia Christi sposta la questione dall’ambito dottrinale e canonico, in cui si guarda bene di avere un leale confronto, a quello amministrativo e finanziario. È come se per il fatto di non condividere le Sue idee, essi diventassero d’incanto anche disonesti o scorretti nei confronti dei loro sostenitori. Ma se certe insinuazioni non stupiscono sulla bocca di giornalisti freelance che si baloccano farneticando di codici e di sede impedita, le stesse lasciano interdetti quando sono pubblicate dal Direttore di una testata giornalistica. E tralasciamo le valutazioni sulle implicazioni morali di tale comportamento, del quale risponderà dinanzi a Dio.

Ci sconcerta la cinica superficialità con cui Lei mette alla berlina l’associazione e la comunità, sapendo quanto vacillanti e pretestuose siano le accuse dei detrattori di Exsurge Domine e di Familia Christi. E lo sa perché Le è stato detto e scritto da don Riccardo pochi giorni fa. E ci sconcerta ancor di più l’insistenza con la quale Lei non solo si è rifiutato di emendare le imprecisioni del primo, indecoroso articolo dell’11 gennaio corrente, ma le ha ribadite nel secondo di oggi.

E quel che ci lascia sgomenti, Direttore, è che nella Sua smania di compiacere i Suoi referenti non Le sia passato per la testa che in un momento in cui sacerdoti e vescovi anche solo vagamente conservatori sono esposti al linciaggio mediatico dalle tiranniche decisioni di Bergoglio, Lei chieda la lista dei componenti il Consiglio di Exsurge Domine, mandandoli di fatto incontro a ritorsioni che abbiamo già visto applicate in violazione del diritto. È come se, all’epoca di Cromwell, uno zelante burocrate avesse preteso la pubblicazione della lista dei sacerdoti clandestini o dei superstiti della persecuzione anticattolica, permettendo così di dare loro la caccia.

Non ci interessa conoscere i motivi per cui Lei si comporta con tanta acredine, finendo con l’alimentare gli attacchi della stampa anticlericale e di gruppi realmente scismatici. Ci preme però ribadire che la tempistica di questi articoli parla da sé, così come è molto eloquente la loro strumentalità ad altri scopi.

E siccome questa spiacevole vicenda è iniziata con le illazioni di un fantomatico “gruppo di sacerdoti e laici”, crediamo opportuno rispondere firmandoci nello stesso modo, con la curiosità di vedere se chi ha prestato fede a quella lettera aperta vorrà dare ascolto anche alla nostra. A noi rimane la serenità di poter testimoniare l’onestà del comportamento dell’associazione e di Familia Christi, certi che il tempo, che è galantuomo, saprà darci ragione. A Lei, Direttore, lasciamo la magra consolazione di essersi reso strumento più o meno consapevole di un attacco malevolo e vile.

Un gruppo di fedeli e sacerdoti

Fonte: Una lettera su monsignor Viganò - Aldo Maria Valli
Diodoro
Su mons. Viganò: il suo merito fondamentale è di aver chiaro che è in atto da anni un Colpo di Stato mondiale, che comprende la presa di possesso degli Stati (moltissimi Stati, a partire dagli USA con l'estromissione di Trump, proprio in occasione di una rielezione trionfale) e della Chiesa da parte di forze oscure, ostili a Dio e alla vita umana - e di affermarlo con costanza.
Il suo demerito …Altro
Su mons. Viganò: il suo merito fondamentale è di aver chiaro che è in atto da anni un Colpo di Stato mondiale, che comprende la presa di possesso degli Stati (moltissimi Stati, a partire dagli USA con l'estromissione di Trump, proprio in occasione di una rielezione trionfale) e della Chiesa da parte di forze oscure, ostili a Dio e alla vita umana - e di affermarlo con costanza.
Il suo demerito fondamentale è il non dire che chi occupa il Soglio di Pietro non è Papa
Testimone82
Mons. Viganò ha detto che Bergoglio è papa solo formalmente, poichè non esiste alcun organo che può giudicare un papa e destituirlo. Su questo è stato chiaro. Ha ribadito inoltre che nel frattempo è necessario fare approfondimenti e chiarire le ombre sulla sua elezione al soglio di Pietro.
Personalmente ritengo che la partita è ancora aperta e il futuro può riservarci dei colpi di scena che …Altro
Mons. Viganò ha detto che Bergoglio è papa solo formalmente, poichè non esiste alcun organo che può giudicare un papa e destituirlo. Su questo è stato chiaro. Ha ribadito inoltre che nel frattempo è necessario fare approfondimenti e chiarire le ombre sulla sua elezione al soglio di Pietro.
Personalmente ritengo che la partita è ancora aperta e il futuro può riservarci dei colpi di scena che aprirebbero nuovi scenari.
Arriverà un giorno in cui la cristianità avrà un papa, santo e legittimo, che farà giustizia e luce su quanto successo in questi decenni.
Diodoro
L'errore di monsignore è quello, ed è semplice: "Se è Papa, non posso deporlo". Verissimo.
Non essendo Papa, il problema non esiste.
E come facciamo a dire che non è Papa? Sarebbe palese dalle innumerevoli affermazioni contro la Fede e la Tradizione. "E' estraneo alla Chiesa".
Ma, molto semplicemente, c'è il n. 81 della Universi Dominici Gregis. Il gruppo di azione "per avere un Papa al passo …Altro
L'errore di monsignore è quello, ed è semplice: "Se è Papa, non posso deporlo". Verissimo.
Non essendo Papa, il problema non esiste.
E come facciamo a dire che non è Papa? Sarebbe palese dalle innumerevoli affermazioni contro la Fede e la Tradizione. "E' estraneo alla Chiesa".
Ma, molto semplicemente, c'è il n. 81 della Universi Dominici Gregis. Il gruppo di azione "per avere un Papa al passo con i tempi" che si ritrovava a San Gallo, in Svizzera, e che si autonominava Mafia (parole del card. Danneels), coinvolse per anni importanti Cardinali in un patto per l'elezione di un personaggio di quel tipo.
Chi di quel gruppo votò effettivamente secondo il patto, fu scomunicato latae sententiae all'atto del voto. Il testo del paragrafo 81 è chiaro
Diodoro
Non è questione di dire "Vi svelo cose del Conclave che non potete immaginare".
Il patto dei cospiratori di San Gallo è un fatto notorio, riconosciuto dai medesimi
Testimone82
@Diodoro È come beccare un ladro in flagranza di reato. Si ha poi potere subito di giudicarlo e portarlo in carcere? No. Anche se certi del reato, bisogna aspettare che un giudice lo condanni e confermi la sua colpa pubblicamente e lo porti in prigione. Così è la chiesa, che è una società formata da una gerarchia.
Forse l'unica soluzione potrebbe essere che un gruppetto di cardinali prenda …Altro
@Diodoro È come beccare un ladro in flagranza di reato. Si ha poi potere subito di giudicarlo e portarlo in carcere? No. Anche se certi del reato, bisogna aspettare che un giudice lo condanni e confermi la sua colpa pubblicamente e lo porti in prigione. Così è la chiesa, che è una società formata da una gerarchia.
Forse l'unica soluzione potrebbe essere che un gruppetto di cardinali prenda l'iniziativa, creando un tribunale che condanni Bergoglio e indicendo così un nuovo conclave. Sta di fatto che ci sarebbe uno scisma perché il resto dei cardinali complici non riconoscerebbe mai tali azioni.
Diodoro
Nel frattempo mi permetto di suggerire a tutti di vivere serenamente, limpidamente, fiduciosamente (fiducia in Dio e nella Sua Madre Santissima), SENZA restare stravolti e bloccati dalle trame di queste persone sleali